Mentre la Commissione europea sta lavorando con i Paesi membri per definire gli obiettivi di riduzione delle emissioni nocive entro il 2040, l’analisi dell’Osservatorio FER, realizzato da ANIE Rinnovabili sulla base dei dati Terna, mostra che il mercato delle energie rinnovabili in Italia rallenta nel primo trimestre del 2025, segnando una flessione del 14% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A pesare maggiormente è il calo del fotovoltaico, che registra una decrescita del 19% e che desta preoccupazione per il raggiungimento dei target prefissati dalla strategia energetica nazionale.

L’analisi dei diversi segmenti di mercato mostra una netta riduzione delle installazioni nel residenziale (-39%) e nel Commercial & Industrial (-30%). In controtendenza i grandi impianti che registrano una crescita: in aumento del 4% quelli tra 1 e 10 MW e del 28% quelli oltre i 10 MW. Tuttavia, questa espansione non è sufficiente a compensare il rallentamento complessivo del settore.

Il contributo del fotovoltaico su tetto tende a essere considerato di secondo piano rispetto a quello del solare a terra, a cui vengono di norma attribuiti incentivi e obiettivi decisamente più importanti. Eppure, come evidenzia un recente studio pubblicato su Nature Climate Change, il primo a tentare una mappatura globale del potenziale del fotovoltaico su tetto, questa tecnologia è estremamente significativa, anche da un punto di vista del contrasto ai cambiamenti climatici.

Lo studio è riuscito a mappare la superficie dei tetti adatti a ospitare gli impianti solari, quantificandola in ben 286.393 km2 a livello globale e mostra come lo sfruttamento massiccio del fotovoltaico residenziale potrebbe ridurre le temperature medie del pianeta di 0,05-0,13°C entro il 2050. Puntare sul fotovoltaico su tetto potrebbe evitare emissioni da 23,8 a 41,2 miliardi di tonnellate di CO2 (GtCO2) nei prossimi 25 anni e ritardare l’innesco dei cosiddetti “tipping points climatici”, i punti di non ritorno che comporterebbero dei danni irreparabili per il pianeta. Il calcolo dei ricercatori è che, se venissero utilizzati tutti i tetti idonei, questa tipologia di impianti fotovoltaici, in abbinamento all’accumulo di energia elettrica tramite apposite batterie, permetterebbe di generare circa 19.500 TWh di elettricità all’anno, sufficiente a sostituire quasi completamente quella derivata dai combustibili fossili.

Secondo Vito Zongoli, Amministratore Delegato di SENEC Italia: “Lo studio di Nature Climate Change evidenzia una verità semplice ma spesso dimenticata: gli obiettivi di sostenibilità possono essere raggiunti non necessariamente passando per i grandi impianti, spesso controversi, ma anche attraverso il fotovoltaico residenziale. Per questo sono fondamentali sforzi in due direzioni: da un lato, incentivi capaci di contrastare il consistente calo del settore a cui stiamo assistendo, dall’altro lo sviluppo di una cultura della sostenibilità tra i cittadini. La prospettiva di una detrazione fiscale per fotovoltaico e accumulo ulteriormente ridotta nel 2026 ed un sistema incentivante incerto e di breve termine non aiuta lo sviluppo organico di un settore così strategico per la transizione energetica, servono misure più coraggiose e stabili. Contemporaneamente, è importante diffondere in modo più ampio la conoscenza sul valore strategico delle rinnovabili, sui benefici ambientali ed economici del fotovoltaico. È da qui che dobbiamo ripartire: occorre promuovere una nuova narrazione dell’energia pulita, più vicina alle persone, più trasparente e più concreta. Perché ogni tetto inutilizzato è un’occasione mancata. E perché una transizione affidata solo agli incentivi non potrà mai essere significativa.